Agenzia Patrizia Frattini…praticamente freelance
A chi si è scelta un lavoro da freelance perché “ho molta fiducia nel mio lavoro” sarà sicuramente capitato almeno una volta nella vita di sentirsi chiedere “ma chi ve lo fa fare?”. Qualche volta sono proprio i colleghi più anziani a fare questa domanda: “Ma voi vi credete che veramente che questo è un lavoro che si guadagna? Non si guadagna niente! Ma ci sono tante cose da fare…io non lo so: ci sta da fare l’idraulico, l’ebanista, il muratore, il guardia macchine, il contrabbandiere…il contrabbando! Perché non fate il contrabbandiere? Rende moltissimo.”.
Se poi siete cresciuti, come me, con i film di Renato Pozzetto allora non potete non sorridere con uno sguardo di amara comprensione di fronte a questo spezzone del film “Agenzia Riccardo Finzi…praticamente detective“, un film del 1979 diretto da Bruno Corbucci e tratto da un romanzo del 1978 di Luciano Secchi.
Già ma allora, che ce lo a fare? Forse aveva ragione il buon Pozzetto quando diceva “Io lo faccio per vocazione”. Questo è il mio primo tweet in assoluto (qual’è stato il vostro? Potete scoprirlo con questo tool, rilasciato da Twitter in occasione del suo ottavo compleanno, nel marzo 2014), Novembre 2010, due anni prima di scegliere una strada da freelance:
…Freedom is just another word for nothing left to lose, Nothing don’t mean nothing honey if it ain’t free…— Patrizia Frattini (@rock_copy) 4 Novembre 2010
Profetico no?
Forse invece è che essere freelance non ti consente di studiare in continuazione, aggiornarti, affrontare sempre nuove sfide e nuovi progetti: ti costringe a farlo. E ti obbliga alla disciplina e ad esercitare la tua capacità di scelta, per evitare “L’irresistibile attrazione della mediocrità” di cui parla Oliver Burkeman nel suo articolo su Internazionale, una attrazione a cui tutti siamo sottoposti e a cui per un freelance è vitale sfuggire.
E a voi, chi ve lo fa fare? Non era meglio fare il contrabbandiere?