Se comprendere il possibile ROI (Return Of Investment) di un sito ben fatto, di un intervento di copywriting per i testi del sito o di un intervento SEO è, per la maggior parte di chi lo richiede, piuttosto immediato (meglio è fatto il sito e meglio è ottimizzato in ottica SEO e più riuscirò a farmi trovare da chi mi cerca su Google) risulta invece più difficile comprendere quale sia il vantaggio di impegnarsi quotidianamente in una attività sui social che richiede tempo, attenzione, costanza e, diciamolo, anche preparazione.
Sempre più spesso quindi mi sento rivolgere la domanda “Ma a che serve? Quali vantaggi porta alla mia azienda?” (Te lo spiego nel dettaglio nel prossimo post!). Il più delle volte chi pone questa domanda non è un nativo digitale (questo per dare una indicazione sulla fascia d’età), non è un freelance (noi “lance libere” impariamo molto presto che la presenza in rete e il personal branding sono parte della sopravvivenza quotidiana, un po’ come per la gazzella alzarsi e correre per sfuggire al leone) ma magari il proprietario di un’azienda, spesso anche ben strutturata e di medie dimensioni, con una storia alle spalle e un ricordo ancora vivido di quando il networking si faceva solo alle fiere di settore.
A volte, i più “pionieri”, si lanciano sui social da soli o accompagnati dal loro dipendente più giovane. Poi però, quando chiedi loro perché hanno aperto un account su quella piattaforma social e cosa si aspettavano di ottenere, le risposte che arrivano, generalmente, sono due: “Perché ci sono tutti” oppure, nel peggiore dei casi, “Non lo so”.
Da qui nascono account Twitter con cinque follower e ultimo aggiornamento a febbraio 2014, pagine Facebook con 36 fan, desolate come una scenografia da film western o account LinkedIn con cv scarni e nessuna interazione, lasciati da soli a rappresentare il nostro profilo in rete.

Stando così le cose, è abbastanza normale che si arrivi alla conclusione che stare sui social non serva a nulla, che sia solo una perdita di tempo. Errore.
I social, se accuratamente selezionati e se utilizzati nel modo corretto, sono una importante vetrina, un buon modo di fare networking e di farsi conoscere al proprio target, un ottimo canale per ascoltare i nostri clienti e, addirittura, per fare assistenza post vendita e customer care. Ma attenzione: ho parlato di selezione, ancora prima che di corretto utilizzo.
L’offerta di piattaforme social è molto molto ampia: abbiamo Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest, LinkedIn, Flickr…e la lista potrebbe andare avanti ancora a lungo. Pretendere di avere una presenza su tutti questi social è, nella maggior parte dei casi, inutile e deleterio, perché significa suddividere le nostre energie su molti fronti quando, con tutta probabilità, una buona metà (e sono ottimista) dei profili aperti non è quello giusto per la nostra attività e non ci aiuta quindi a raggiungere il nostro target.
Per selezionare quali sono le piattaforme più adatte alla nostra attività è bene innanzitutto conoscere qual è la mission di ogni social, cioè il suo scopo, il motivo per cui è stato creato. E no, non è lo stesso per tutti. Come fare per conoscere le mssion? Non è difficile: basta visitare la pagina di benvenuto di ogni social, senza essere loggati. Lì, accanto al form per la registrazione, troveremo sempre una frase che ci indica qual è il motivo per cui quella determinata piattaforma è stata creata.
Esempio lampante: Twitter. La mission, in questo caso, recita “Connettiti con i tuoi amici e con altre persone accattivanti. Ricevi immediatamente aggiornamenti sulle cose che ti interessano e segui lo sviluppo degli eventi, in tempo reale, da ogni angolazione.”.
Le indicazioni sono piuttosto chiare: per avere qualcosa da dire, su Twitter, occorre essere accattivanti, avere aggiornamenti frequenti, “stare sul pezzo”, avere un legame con l’attualità, magari commentare (o organizzare, seguire, partecipare a) eventi in tempo reale. E infatti Twitter è il paradiso del commento in diretta dagli eventi (live tweeting) e del second screen (letteralmente “secondo schermo”, spesso è quello del cellulare che abbiamo davanti mentre guardiamo la tv e che utilizziamo per inviare tweet di commento a trasmissioni, telefilm, avvenimenti).
Se la tua azienda ha un catalogo prodotti fisso, con una novità l’anno negli anni più innovativi, se i tuoi prodotti non sono legati all’attualità, se non desideri impegnarti nel live tweeting di eventi di settore o nell’ingaggiare conversazioni sugli argomenti in trend topic allora Twitter non è il luogo che fa per te. Postare quotidianamente un tweet che rimanda al tuo sito non è utile, ti rende autoreferenziale e comunque non ti procura follower. È più probabile invece che tu possa avere più fortuna su LinkedIn, dove non soltanto puoi mettere in mostra le tue conoscenze tecniche sui tuoi prodotti ma anche dove puoi anche fare del buon networking con i professionisti della tua nicchia e magari creare un tuo gruppo di discussione estremamente mirato e ristretto, ma anche molto più proficuo.
È vero anche che la mission di Facebook recita: “Facebook ti aiuta a connetterti e a rimanere in contatto con le persone della tua vita”. Certo una indicazione meno chiara per una azienda che vuole capire se questa sia la piazza giusta dove mettere una vetrina. Se ci spostiamo dalla pagina di benvenuto a quella dedicata alla creazione delle pagine fan però troviamo una indicazione già più importante: “Crea una Pagina di Facebook per avvicinarti al tuo pubblico e ai tuoi clienti”. Cosa significa? Vuol dire prima di tutto Facebook è un luogo di apertura e di confronto, in cui sarà necessario coinvolgere i tuoi fan, “andargli vicino”, ascoltarli, dare loro risposte e tenere in considerazione la loro opinione. Se non sei pronto a fare questo, se stai cercando il modo di bloccare i commenti e pensi di postare quotidianamente un bel link a una pagina del tuo sito senza fare troppa fatica, come se Facebook fosse il cartellone pubblicitario sulla provinciale che hai acquistato il mese scorso allora è meglio non aprire nessuna pagina.
Sono solo due esempi, ma lo stesso discorso si può fare con tutti gli altri social. Infine, ricorda: se non hai tempo di seguirlo, allora non cominciare. Ho visto troppe pagine aperte con la motivazione che “non possiamo non esserci” per poi essere abbandonate al loro destino senza un aggiornamento, senza nessuno che risponde alle (sempre più rare) richieste e senza addirittura nessuno che si prenda la briga di eliminare lo spam di più basso livello. Quando deve essere così, meglio nulla. Meglio che chi ci cerca in rete trovi soltanto il nostro sito, ma che sia curato, accogliente e comunicativo, piuttosto che una nostra pagina social poco curata e abbandonata.
Ma allora, come capire qual è il social network che fa per me?
- Prima di tutto, leggi con attenzione le mission e chiediti: è utile per me? Ho qualcosa da offrire in questo senso?
- Individua bene il tuo target: cerca di capire a chi ti rivolgi.
- Verifica se il tuo target è presente e attivo su quel social network.
- Cerca i leader nel tuo settore o i tuoi principali concorrenti: guarda le loro pagine, studia la loro comunicazione, capisci cosa ha successo e cosa no. Poi fai qualcosa di originale.
- Verifica di essere pronto a dare al tuo potenziale pubblico quello che ti chiederebbe se tu fossi lì (vedi l’esempio di facebook sopra)